San Benedetto del Tronto – Riceviamo e pubblichiamo
<<Preso atto dei ripetuti battibecchi politici relativi ad una travagliata mozione sulla sanità, che si vorrebbe fosse votata all’unanimità, come la precedente del giugno 2019, vorremmo fornire ai cittadini della Riviera un “estratto” estremamente sintetico delle maggiori criticità del nostro ospedale, rilevate da chi questa realtà la vive giornalmente, e nel contempo offrire a qualche nostro politico accorto, se ce ne fossero, degli spunti di riflessione e di azione costruttivi.
Sgomberiamo preliminarmente il campo dalla fantasiosa costruzione proveniente da quella stessa sinistra che votò il piano sanitario regionale nel 2020: alcuni politici di quell’area continuano a sostenere che un ospedale di primo livello su due presidi creerebbe due mini ospedali con sette reparti ciascuno, dovendo un primo livello avere, secondo il decreto Balduzzi, complessivamente almeno 14 reparti.
Ricordiamo sempre che nell’ospedale unico di 1 livello dell’AV2 (provincia di Ancona) su tre presidi non ci sono, complessivamente, quattordici reparti (come dovrebbe essere secondo questi politici nostrani) bensì sessantuno! Quattordici (con DEA di 1 livello) sono in tutti e tre gli ospedali, poi Jesi arriva a 24, Senigallia a 20 e Fabriano a 17. Chiarito dunque che sette più sette è solo una fantasia peggiorativa dei sostenitori di Pagliare, nella quale non devono indulgere neanche gli attuali amministratori regionali, passiamo al Madonna del Soccorso.
• Pronto Soccorso e MURG: conclamata carenza di medici e di infermieri, difficoltà a coprire i turni, rischi di ulteriori tagli di servizi, anche solo a leggere gli ultimi articoli di stampa: problemi da risolvere in ogni modo prima dell’estate, reperendo il personale non certo in altri reparti sambenedettesi, poiché nessuno di essi gode di ottima salute.
• Ortopedia: è stato annunciato che a breve riaprirà il nuovo reparto, anche se numerose voci, forse malevole, parlano di carenza di personale infermieristico e di inaugurazione solo “di facciata”. Vedremo.
• Chirurgia: dovrebbe tornare anch’essa a pieno regime, anche se le solite voci malevole dicono che, oltre alla carenza di personale, a breve dovrebbero cominciare anche qui i lavori, con il rischio di un nuovo accorpamento con l’ortopedia. Speriamo davvero che sia una boutade.
• Pediatria: chiediamo quando avremo il nuovo primario, e quando i posti letto e le incubatrici saranno numericamente pari a quelle del Mazzoni, visto che nel nostro ospedale ci sono più nascite che ad Ascoli. Dunque appare inspiegabile che qui ci sia meno di tutto nel reparto pediatrico.
• Radiologia: non riusciamo a capire il motivo per cui non si possano avere una nuova TAC e una nuova Risonanza, visto che quelle in uso sono molto datate, usurate, continuamente in riparazione, e, ci dicono con insistenza, la TAC anche poco conforme agli standard di sicurezza. Perché risulta sempre così difficile trovare fondi per comperare attrezzature solo quando si tratta del nostro ospedale?
• Nefrologia/Dialisi: aspettiamo da tempo il bando per il primario del reparto, come avviene per tutte le altre Nefrologie della regione, e ripristino del personale sanitario.
• Oncologia: ripristino del personale sanitario e medico, carente da tempo.
• Laboratorio analisi: ripristino della funzionalità operativa e del personale, dopo anni di progressivo smantellamento, forse al fine creare al Mazzoni un unico centro (?).
• Ostetricia: riapertura della piscina per il parto in acqua, mai riaperta, ci dicono, dall’inizio del Covid.
• Fisiatria: riapertura della piscina per la riabilitazione, anche questa chiusa per il Covid.
• Recupero dei 43 posti letto tolti al Madonna del Soccorso nel 2017 per essere dati alla sanità privata, anche fuori provincia.
• Ripristino e/o ricostituzione degli uffici amministrativi (decimati) del presidio di San Benedetto del Tronto, e ripensamento della decisione di traslocare de facto tutta la direzione di Area Vasta in quel del Mazzoni: tale argomento sarà comunque oggetto di specifica disamina.
• Un’ultima richiesta. Dall’inizio della nostra attività il Comitato ha più volte chiesto, già dai tempi di Ceriscioli, alla dirigenza dell’AV5 di conoscere il numero degli infermieri, divisi reparto per reparto, in dotazione ai due ospedali. Queste informazioni importantissime per la verifica della razionale distribuzione del personale tra i due presidi, non ci sono mai state fornite nonostante le promesse. Chiediamo perciò al Direttore di AV5 dottor Esposito di volerceli cortesemente fornire poiché, nonostante si tratti di dati che dovrebbero essere di pubblica evidenza, sembrano più protetti di uno spinoso segreto di Stato.
Quello che abbiamo elencato rappresenta il programma minimo di partenza per poter recuperare nell’attuale sede ospedaliera quello che ci è stato tolto dal 2002 ad oggi. Carenze di cui è responsabile al 95% quella stessa sinistra che, a parole, chiede il ripristino del Madonna del Soccorso ma, nei fatti, cerca di affossare ogni azione concorde e costruttiva, perché il vero progetto resta sempre l’ospedale unico di Pagliare su 37 ettari: il doppio del terreno del Torrette e della facoltà di Medicina di Ancona.>>
30 aprile 2022, Il Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”